Le camere bianche, chiamate anche clean room, sono stanze la cui caratteristica principale è la presenza di aria molto pura, ovvero con un livello molto basso di microparticelle di polvere in sospensione.
Si tratta di ambienti ad atmosfera controllata, dove pressione atmosferica, umidità ed inquinamento particellare, sono costantemente monitorate e nei quali avviene un filtraggio continuo dell’aria, grazie a moderni sistemi di ventilazione.
Spesso destinati a laboratori per la produzione di prodotti alimentari o farmaceutici con la necessità di una o più fasi di massima sterilità, all’interno di queste aree lavorano solo professionisti adeguatamente addestrati e formati, protetti interamente da un abbigliamento sterile (tute, copriscarpe, cuffie e mascherine idonei all’uso), così come previsto dalle normative vigenti.
Funzionamento della camera bianca
Il funzionamento della camera bianca si basa sul principio del ricircolo forzato di aria super-filtrata in una stanza sigillata: grandi ventilatori posti sul soffitto ed impiegati a velocità ridotta, introducono nell’ambiente un flusso di aria precedentemente purificata, grazie a filtri posizionati all’esterno dello stesso, successivamente risucchiata tramite griglie posizionate sul pavimento.
Si stima che all’interno di una clean room, l’aria sia dalle 10.000 alle 50.000 volte più pulita di quella che è possibile trovare in una normale stanza.
Un grado di purezza decisamente maggiore rispetto a quella di una sala operatoria.
Clean room: la normativa italiana
La normativa che regolamenta le Camere bianche e gli ambienti controllati in Italia è la ISO 14644- 1, la quale determina le classi di pulizia e i livelli di contenuto particellare massimi previsti per ognuna di esse.
La classificazione si fonda sul conteggio delle microparticelle da 0,5 µm presenti in un volume definito di aria. Si tratta di una sorta di certificazione che viene emessa dal costruttore una volta messa in funzione la camera, mediante un contatore particellare.
Per questo motivo, meno particelle vengono conteggiate e, di conseguenza, più è “pulita” la camera bianca, minore sarà la classe di appartenenza (ISO-5 ISO-6 ecc.).
Settori di impiego delle camere sterili
Le camere bianche vengono generalmente adottate in contesti alimentari, biologici e sanitari, trovando una sempre maggiore applicazione nei settori in cui la purificazione dell’aria consente di registrare considerevoli miglioramenti dei livelli qualitativi, come ad esempio nel campo dell’ottica, dei materiali compositi e della microelettronica.
In quest’ultimo caso, la camera bianca è fondamentale per le operazioni di recupero dei dati negli hard disk, una condizione che permette l’apertura in sicurezza di dischi o altri device danneggiati, evitando che particelle di polvere si depositino sui piatti degli stessi, causando ulteriori perdite di dati.
L’apertura di un hard disk senza l’ausilio della camera bianca porta con certezza ad un esito negativo di questa operazione.
Bastano, infatti, pochi micro elementi di polveri presenti nei piatti del disco per renderlo illeggibile.
Per questo motivo, le superfici della camera bianca devono possedere elevate caratteristiche antistatiche.
Le clean room vengono adottate anche nei contesti di produzione alimentare, allo scopo di scongiurare il rischio di contaminazione del cibo, oltre che negli ambienti farmaceutici biotecnologici ed ospedalieri, in cui le superfici delle clean room devono rispettare i requisiti di non porosità e di resistenza agli agenti decontaminanti.